Testimoni

Don Lorenzo – Parroco

By 6 Marzo 2019 Marzo 16th, 2019 No Comments

Dal Vangelo secondo Luca
Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai».
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».
Ho scelto questo brano del vangelo per commentare la significativa e molto espressiva opera del carissimo amico Graziano Fabrizi in quanto mi sembra nella giusta linea di innalzare con forza un grido fuori coro popolare a svegliare tutte quelle coscienze che ormai ritengono giusto un rifiuto degli immigrati e coloro ormai che li usano per ottenere consenso popolare e ne fanno motivo di orgoglio politico in nome della propria gloria e a discapito di tali persone che, come ci aiuta a leggere il vangelo, sono uomini che sono incappati nei briganti. Sì proprio cosi. La televisione ci istiga solo alla ribellione contro questi continui sbarchi, la politica spinge a scaricare la responsabilità di tale persone lavandosi ognuno le mani perchè non è roba nostra. Non vogliamo accollarci i problemi degli altri. Ma nessuno si interroga, denuncia e si mobilita con altrettanta determinazione sulle cause che spingono donne, uomini e bambini a lasciare la loro terra, le loro radici, i loro affetti ed attraversare innumerevoli pericoli. Purtroppo siamo ciechi, o meglio non vogliamo vederli per paura di quello che significa guardare alle radici dei problemi, e vorremmo passare oltre queste situazioni, ma se solo ci facessimo vicino, come il Samaritano, a questi uomini comprendessimo quanta sofferenza e quante ingiustizie hanno visto i loro occhi. E sfiderei chiunque di voi che leggete a vedere quanto oggi sareste in grado di sopportare, ogni piccola ingiustizia nella vostra vita e garantire che comunque esse vi lascerebbero senza rabbia e voglia di vendetta nel cuore. Sicuramente non è la risposta migliore, ma almeno sia necessario ascoltare e comprendere per fasciare tali ferite inferte alla loro vita. La loro presenza massiccia, la loro presenza dovrebbe non provocare la nostra ripugnanza, ma interrogarci su cosa li spinge ad affrontare tali rischi. La televisione ed i politici raccontano solo numeri e per i numeri litigano tra loro, ma nessuno spende una parola, nessuno ha il coraggio di condannare le ingiustizie che li fanno soffrire fino e decidere di scappare. Quanti politici sanno, ma non parlano perché la causa di queste ingiustizie sono provocate da chi detiene il potere economico nel mondo e senza scrupoli sfrutta tutto e tutti per i loro profitti. Voglia il Cielo che qualcuno di chi ascolta o legge possa decidere nella vita di non fermarsi mai alla superficie delle situazioni, ma ad accostarsi ed ascoltare per comprendere cosa c’è dietro ogni problema o squilibrio nella società. Certo di fronte a questa situazione potrebbe venirci in mente la domanda: “ma noi che possiamo fare?”. Ci viene incontro sempre la parabola di Gesù sopra citata di, dopo aver preso coscienza che sono vittima di briganti del profitto, non passare oltre ma commuoversi per loro e saper almeno accoglierli per alleviare le angosce e sofferenze che si portano dentro cosi da offrire un’oasi di pace di cui ogni uomo ha diritto. Allora spariranno anche i cosiddetti “clandestini” perché una carezza, un saluto ed un abbraccio scioglie ogni rabbia, risentimento e rancore che la sofferenza ha generato in loro. Riconoscere a tutti il diritto di vivere in pace ed in luoghi dignitosi e far vedere loro che c’è posto per tutti su questa terra è un gesto che contribuirà, non poco, a renderci sempre più umani e sempre meno egoisti ed individualisti. È faticoso e doloroso fare spazio all’altro in un occidente dove si compete a chi riesce ad accumulare di più e a non farsi mancare niente, ma loro offrono a noi l’occasione per riscoprire che il vero valore della vita non è l’accumulo per sé, ma la condivisione e collaborazione alla gioia e alla pace di chi è stato più sfortunato di noi. Un invito a non considerarsi privilegiati nell’essere nati in occidente, ma una chiamata a costruire la vera civiltà dove nessuno soffra più di indigenza condividendo le nostre innumerevoli risorse con coloro di cui vengono ingiustamente privati. Un’ultima cosa potremmo fare per non contribuire a questo sistema capitalista che genera tanta povertà ed ingiustizia ed è quello di stare attenti a quello che acquistiamo perché dietro un prodotto alla moda o sbandierato dalla pubblicità tante volte si nascondono multinazionali che sono artefici, in maniera diretta ed indiretta, di ingiustizie in quei paesi da cui tali immigrati arrivano. Ascoltateli per credere.
Grazie Graziano perché tramite questa opera dai voce a coloro che nessuno fa mai parlare.
Non mi resta che dire a tutti voi che leggete: “Va e anche tu fa lo stesso!”