Straniera.
Mi sento straniera in questo mondo che divide, che odia, che esclude, che criminalizza le diversità, che respinge i suoi figli, che ammazza le speranze e il futuro.
Mi sento straniera e respinta in questo mondo, che non ascolta il grido disperato, che non si ferma, che non rivolge più lo sguardo all’ultimo fratello, che oggi chiama migrante, ma che domani poterà il mio nome.
Vorrei dire a questo tempo senza scrupoli, vorrei dire a queste ore della rabbia cieca, di fermarsi e di alzare i palmi al cielo, in segno di preghiera.
Mi sento straniera, respinta e in pericolo io, che se in questo mondo esprimo il mio dissenso, vengo infangata e travolta da orde virtuali e odianti.
Dov’è finita la vita?
Dove abbiamo nascosto il cuore?
In questo magma che ribolle, fatto di tutte le nostre peggiori attitudini, rischiamo di ferirci tutti.
Dov’è finita la vita?
Dove abbiamo nascosto la poesia da regalare ai nostri figli?
Questo è il tempo che rumina brutalità, che lascia le mani, che ha dimenticato l’abbraccio.
Eppure sono qui.
Straniera, respinta, in pericolo, ma esisto e grido, vivo e ricordo con il mio corpo e con la mia voce, che esiste una possibilità, una strada che luccica e che può accogliere tutti, un percorso che tende la mano e che vede speranze dove oggi crediamo solo che vivano minacce.