Testimoni

Paolo Talanca – Critico Musicale

By 6 Marzo 2019 Marzo 16th, 2019 No Comments

LA PORTA DELLA CITTÀ

di Paolo Talanca

Che cos’è oggi la porta di una città?
Me lo sono chiesto spesso. La storia dice che le porte hanno il compito di proteggere ciò che è tuo. Le Porte Scee, quelle di Troia, città per antonomasia che resiste e si nega alla tracotanza scostumata del nemico, sono simbolo scintillante che ha segnato la nostra cultura.
Oggi le minacce non arrivano più via mare o via terra, ma si presentano sotto forma di guerre informatiche o manovre finanziarie che mettono in ginocchio gli Stati, anche – o soprattutto – quelli che dell’Europa hanno scritto la storia.
Oggi, dopo che nei secoli l’ingegno dell’uomo, la filosofia, l’arte, la cultura, ci hanno insegnato a perseguire la convivenza dei popoli, nel rispetto dei valori altrui, le porte hanno un compito cruciale. La porta non ha più funzione difensiva, ma rimane luogo obbligato di passaggio e simbolo della propria cultura perché, in nessun posto come in Italia, rappresenta le antiche buone maniere nei confronti dell’ospite, sia esso un turista, un girovago o chi ha bisogno di riposo e di ristoro: è un patto tra chi arriva e chi c’è già da secoli, che funziona “a colpo d’occhio”.
Per questo IMMI, l’opera di Graziano Fabrizi, rappresenta un’urgenza umana di fronte alla quale riconoscersi: uno slancio di empatia che solo i percorsi formali dell’arte sanno restituire in maniera tanto diretta, d’impatto, senza fronzoli. Posta lì, ai bordi del cuore pulsante di una comunità, nel bel mezzo della direttrice che collega il mare al centro cittadino, si fa viatico di cultura millenaria e storia condivisa; si fa porta che immette nell’antica cortesia dei nostri padri.
Oggi, senza mezzi termini, il Mediterraneo è divenuto territorio che presta il fianco agli spacciatori di uomini: degli ultimi, diseredati, persone che lasciano le proprie famiglie per cercare un’opportunità migliore, che pagano profumatamente questi mercanti senza scrupoli per essere messi su dei gommoni e abbandonati a largo, perché tanto qualcuno andrà lì e li strapperà dalla morte in mare. Oggi nel Mediterraneo la vita di un essere umano vale meno di un pugno di denaro sonante.
Da questa parte del mare, non possiamo restare sordi e ciechi a tutto ciò. La porta di una città di mare oggi ha la funzione di farci restare umani, di denunciare la sciagura e di contrapporre la nostra storia alla barbarie. La porta oggi ha responsabilità sociale, anche di fronte ad amministratori inadeguati, che per un pugno di consensi barattano la loro storia e la loro cultura.
Oggi quell’installazione si fa porta e protegge ciò che è nostro dal vile calcolo politico.
Oggi più che mai, quella porta siamo noi. Noi tutti.